La storia dei prodotti

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La Colomba Pasquale Artigianale

La leggenda vuole che l'origine della colomba risalga all'epoca longobarda, quando il re Alboino, durante l'assedio della città di Pavia, che durò circa tre anni e terminò proprio poco prima del periodo pasquale, ricevette in dono dalla popolazione del luogo un pane dolce a forma di colomba in segno di pace.
Secondo un altro racconto della tradizione lombarda, il primo artefice del dolce fu San Colombano, celebre monaco irlandese che fondò numerosi monasteri in tutta Europa (in Italia è famoso quello di Bobbio).
Questo sant'uomo giunse alla corte dei sovrani longobardi, i quali lo invitarono ad un pranzo fastoso. La regina Teodolinda fece preparare una montagna di leccornie e carni appetitose, ma San Colombano non voleva trasgredire l'astensione dalla carne comandata in tempo di Quaresima.
Per superare l'imbarazzo della situazione, il monaco accettò di consumare il pasto dopo aver benedetto le portate. Quando l'uomo impose le mani però, i piatti di carne si trasformarono in bianche colombe di pane!

Gli gnocchi di Carnevale

II carnevale di Verona è uno dei più antichi e interessanti d'Italia, infatti la sua storia ha radici così antiche da risalire perfino all'età medievale. Una delle caratteristiche più di spicco del carnevale veronese è la sua maschera tipica: il Papà del Gnoco. Questo è una sorta di istituzione a Verona e ogni anno tutti i cittadini sono chiamati ad eleggere il nuovo Papà del Gnoco con una vera e propria votazione. Ma chi è il Papà del Gnoco e da cosa ha avuto origine questa figura? 
Tutto ebbe inizio nel 1531, o almeno così narra la leggenda. In quel periodo vi fu una grave carestia che interessò la città di Verona ed in particolare la zona di San Zeno. Il cibo era difficile da reperire e il prezzo della farina crebbe repentinamente, lasciando la maggior parte della popolazione povera a morire di fame. Fu a quel punto che intervenne Tommaso da Vico. Questo personaggio storicamente facoltoso, riuscì a mettere insieme abbastanza denaro da acquistare una quantità di farina sufficiente a sfamare l'intera popolazione povera della città. 
La farina doveva servire alla preparazione degli gnocchi, piatto della cultura veronese semplice e tradizionalmente povero. 
L'aspetto curioso, però, si nasconde nel presunto testamento stilato dal nobile. Secondo la tradizione da Vico avrebbe lasciato un'ingente somma di denaro alla popolazione di San Zeno, in modo da assicurare che ogni anno, durante il venerdì grasso, venissero distribuiti loro gnocchi e vino a volontà. Dalla figura di da Vìco nasce il Papà del Gnoco.

Intervista Panificio De Rossi che dal 1947 produce pane a Verona

La ciabatta

La ciabatta è un classico tipo di pane ITALIANO, nato in VENETO dalla collaborazione del Sig. Arnaldo Cavallari (proprietario di un mulino sito in Adria provincia di Rovigo) e il Sig. Francesco Favaron (maestro panificatore di Verona).

Acqua, farina, lievito e sale sono gli ingredienti che miscelati dal tuo Maestro dell'Arte Bianca danno vita a questo pane, che puoi degustare in molteplici modi. La lavorazione richiede diverse ore di lievitazione e il tuo artigiano di fiducia te la può preparare in diverse pezzature e conforme la cottura puoi averla morbida o croccante. Mitica con salumi e formaggi, ideale per la "scarpetta", elaborata da te per crostini fantasiosi o paddat al forno per accompagnare le tue zuppe.

TOAST

Diventato protagonista indiscusso di pranzi di famiglia, cene della domenica, pause pranzo e colazioni salate. Il termine toast deriva dal latino "toastum", ovvero  cotto al fuoco e poi annerito, in altre parole abbrustolito. Dal termine toastum deriva anche il termine  "toaster", comunemente chiamato tostapane.  I primi toast moderni erano cotti in padella: le fette di pane venivano inserite all'interno di un tegame fatte dorare soltanto da un lato, nel 1893 Alan MacMaster ha inventato la prima macchina per i toast ma la scarsa diffusione dell'energia elettrica non ha permesso la sua diffusione.  Solo nel 1919 Charles Strite riprese l'idea e inventò il moderno tostapane. A Verona il toast tradizionale è farcito con prosciutto cotto e formaggio. 

 HAMBURGER 

L'antenato dell'hamburger moderno è arrivato nel XIX secolo, quando gli immigrati tedeschi,  in particolare da Amburgo,  portarono con sé  un piatto chiamato "manzo in stile amburghese". A sua volta questo piatto deriverebbe dai tartari russi venuti  a contatto con i tedeschi attorno al 1500.Hamburger è il nome del medaglione di manzo, che a Verona si chiama "svizzera", solo con l'avvento dei fast food americani il termine è passato a Identificare l'omonimo panino imbottito.

 PANE TOSCANO 

La ricetta originale è probabilmente andata perduta.  Particolarmente legati a questi panini sono soprattutto gli abitanti della città di Prato. Ogni 17 gennaio durante le celebrazioni della festa cristiana di Sant'Antonio Abate,  protettore degli animali e degli agricoltori, vengono preparati panini al latte. Non si conosce l'origine della relazione tra i panini e la festa del Santo, ma si racconta che un tempo venivano dati in pasto anche agli animali con l'auspicio che ciò potesse curarli dalle malattie.

TRAMEZZINO 

Il termine tramezzino fu coniato da Gabriele D'Annunzio, che lo creò per sostituire la parola inglese sandwich. La paternità del tramezzino si deve ad Angela Demichelis ed il marito Onorino Nebiolo,  di origini torinesi, importandolo  di ritorno dall'America. Un panino fatto per essere consumato in un paio di bocconi.  Nel luglio 1936 il giornale La Cucina Italiana,  scrive la prima ricetta del tramezzino.  È a Venezia che assume importanza diffondendosi in tutti i bar più chic della città con il nome dialettale "tramesin ", diventando protagonista negli aperitivi. A partire da questo momento diventa ufficialmente un prodotto tipico del nord- est italiano e poi di tutto il territorio.  Il tramezzino è composto da un pane morbido al latte senza  crosta a forma triangolare e farcito abbondantemente all'interno.

PANE AL LATTE

La ricetta originale è probabilmente andata perduta.  Particolarmente legati a questi panini sono soprattutto gli abitanti della città di Prato. Ogni 17 gennaio durante le celebrazioni della festa cristiana di Sant'Antonio Abate,  protettore degli animali e degli agricoltori, vengono preparati panini al latte. Non si conosce l'origine della relazione tra i panini e la festa del Santo, ma si racconta che un tempo venivano dati in pasto anche agli animali con l'auspicio  he ciò potesse curarli dalle malattie.

NADALIN

Questo dolce fu inventato nel duecento per festeggiare il primo natale di Verona sotto la signoria della famiglia della Scala. È poi l'antenato del più celebre pandoro, che invece fu inventato nell'Ottocento. Rispetto a quest'ultimo il Nadalin, pur avendo ingredienti simili, è meno burroso e fragrante, ma più compatto e dolce. Anche la forma è differente: se infatti il pandoro ha una forma regolare standard a stella ed è molto alto, il Nadalin invece è molto più basso e non ha una forma ben precisa, spesso però o è a stella come il pandoro, ma delineata in modo meno preciso, o a cupola come un panettone molto basso.

Molti veronesi lo preferiscono al pandoro perché più legato alla tradizione della città, dal momento che il pandoro è divenuto un dolce nazionale; è così il Nadalin che esprime meglio le origini e le tradizioni di Verona.

Nel 2012 il Nadalin ha ottenuto la certificazione De.C.O.

PRODOTTO DA PANIFICIO BATTISTI LIDIA TREGNAGO VR

I PUOTI DI SANTA LUCIA

Dolce tradizione veronese, si regalano ai bambini buoni in onore di Santa Lucia. 
In dialetto Veneto PUOTO significa bambolotto e questi dolcetti ricordano la forma di un bambino. 
La tradizione tramandata dice che nella notte del 12 dicembre vengono regalati ai bambini buoni. 
La leggenda narra che una anziana sorpresa da una bufera in piena notte cercava ospitalità e solo una povera famiglia di Badia Calavena la accolse.
Divise con lei il poco cibo a disposizione, assieme con i bambini tutti in fibrillazione perché era il 12 dicembre e la mattina dopo si aspettavano di trovare dolce giocattoli. Purtroppo non avevano soldi per i regali, allora Santa Lucia scrisse la ricetta dei PUOTI e fece con la donna una prima prova. La mamma capì che era proprio Santa Lucia perché i primi PUOTI avevano una magia nel loro interno: la farina era poca ma l'anziana continuava a tirar fuori manciate come se fosse infinita. Le uova non c'erano e così Santa Lucia prese le nespole e le ruppe trasformandole in uova, trasformò l'acqua in latte e da una pentola vuota prese il burro. Impasto' il tutto e creò tre bambolotti. Dopo averli cotti prese della neve trasformandola in zucchero a velo. Infine l'ultimo miracolo moltiplicando per decine di volte i tre PUOTI. I bambini alla mattina furono felici di trovare in regalo i PUOTI che erano sia bambolotti che dolci e li divisero assieme alla famiglia, non accorgendosi che passata la tempesta Santa Lucia aveva ripreso il,suo cammino. 
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